Cara Torino,
Mi rivolgo a te, espressione della mia vita, delle mie
scelte, della mia felicità e della mia nostalgia.
Quanto mi mancherai!
La tua luce mi mancherà, più di ogni altra cosa.
Al mattino, quando filtra tra la nebbia, sui tuoi grandi
viali. Mi lascio baciare da quel sole d’inverno, tuffato nei primi pensieri del
giorno, dei miei progetti, delle mie fatiche. Quella luce che accompagna i
passi, che a volte sorprende uscendo dalla metropolitana. La guardo abbattersi
e rimbalzare sui vetri delle finestre, delle auto, dei negozi. Fa freddo, ma la
tua luce mi accoglie.
Al pomeriggio, quando il fiume si riempie di riflessi dorati,
la collina diventa verde, e rossa, e la piazza sembra immensa. E la mia bici
sfreccia tra i colori, lungo i portici, fra i palazzi. Quella luce inebriante,
che mi fa, in qualche modo, sorridere.
Alla sera, quando i tuoi lampioni, gialli, fanno luccicare
le pozzanghere sul selciato. Si
abbassano saracinesche, se ne alzano altre. Sembra di sentire la musica di
quella luce, che si rifrange nel mio bicchiere, mentre il Valentino si chiude
nel suo riposo inquieto.
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