giovedì 23 febbraio 2012

Dia 5


Ora che conosco l'Oceano Pacifico posso dire di aver visto le Onde. Le Onde vere, quelle alte cinque, sei, dieci metri, che inghiottono tutto quello che incontrano. L'ho toccato, l'ho annusato, mi ha segnato, col suo segno scuro che demarca la pelle scoperta dal costume da bagno.


Oggi anche un primo accenno di terremoto, ma né io né Eli l'abbiamo sentito, quindi immagino siano solo chiacchiere.

Sto prendendo un ritmo molto rilassato, anche perché, a tutti gli effetti, sono in vacanza! Continuo a rimanere nella mia stanzetta provvisoria, aspettando il momento in cui mi metterò a cercare casa definitivamente. Nel frattempo mi godo un meritatissimo (!) riposo, fatto di sveglie alle 11 del mattino, colazioni a mezzogiorno, pranzi alle 3 e cene...no, qui in Cile non si cena quasi mai, al massimo si fa uno spuntino (ma ieri ci siamo cucinati una pasta come Dio comanda, con la scusa di festeggiare l'anniversario di matrimonio dei nostri anfitrioni).

Ad ogni modo.
Il 31 marzo e il 1 aprile ci sarà qui a Santiago il Lollapalooza Chile 2012 , e mi sembra proprio una gran bella idea. Ci saranno i Foo Fighters, Bjork, Mgmt, Gogol Bordello, e tantissima altra roba..quasi quasi ci si fa un salto!

Questa sera sono quasi riuscito a realizzare che starò qui un anno e mezzo, guardando la città dal balcone..la foto fa schifo, però...rende l'idea :)



Buenas noche

domenica 19 febbraio 2012

Dia 2

Un'immagine.
Uscito dalla Sebastiana, la casa di Pablo Neruda, due ragazzi davanti a un bar canticchiano Paradise, e la loro voce accompagna i miei pensieri, nel vento.


Questa canzone continua a perseguitarmi.


sabato 18 febbraio 2012

Dia 1

Provo a riordinare i pensieri alla fine di questo giorno che, a dirla tutta, dura da due giorni.
Provo a riordinarli anche se compaiono tutti adesso, alla fine, nella mia provvisoria stanzetta condivisa con Eli, nel centro di Valparaiso. Sono a casa di due persone stupende, Angelita e Francisco, che ci stanno offrendo davvero di tutto! (la frase che sto sentendo di più è:"Quieres comer/beber?") Sono sotto jet lag, ma ho resistito fino ad adesso sveglio per prendere il ritmo cileno (sono le 23,20, in Italia le 3,20!)
Sono partito senza pensieri, solo con delle facce e delle voci impresse nella mente. Qualche sorriso, qualche pianto.
"Parto!" Sì, ma dove vai? E per quanto tempo? Chissà, ancora adesso non ne sono sicuro.


Beh, i dettagli del viaggio ve li risparmio, anche perché potrei raccontare al massimo tre cose:
1. Quanto è figo l'aeroporto di Madrid - Barajas!
2. Non ho particolarmente gradito la pasta al tonno e besciamella servita alle 2 di notte per cena!
3. Ho dormito. Tantissimo.

Beh, alla fine siamo arrivati a Santiago del Cile e da lì un autobus ci ha portato a Valparaiso.

Non ho parole. Metto su qualche foto che comunque non saprà mai restituire la bellezza di questo luogo. Però ho capito perché la chiamano Valparaiso...

Il porto

Di nuovo il porto

Sempre il porto

Uno degli ascensori per salire sulla collina

Una stradina del Cerro Concepcion (dove mi piacerebbe tanto venire a vivere)

Vista sulla città

Cani ovunque

Plaza Sotomayor

Un'altra vista sulla città


domenica 5 febbraio 2012

Down under

La prima cosa da mettere in chiaro è che stanotte a Candiolo c'erano -16 (meno sedici!) gradi. Nello stesso istante, a Valparaiso, dodicimila chilometri più in là, il termometro segnava 28. 
E in quel momento ho capito che è ora di partire.


Vabbè, faccio un po' il sentimentale...
È ora di salutare un po' di persone che non rivedrò per un po' di tempo. E di cui sentirò tanto la mancanza: partire vuol dire perdere tante persone, ma anche saperle ritrovare, apprezzare la loro distanza, pregustando il momento in cui ci rivedremo per raccontarci le nostre avventure.


La mia gemella cattiva, una certa Alice, sta preparando anche lei la valigia, ma il suo aereo gira verso l'Australia. Non smetteremo mai di dirci quanto ci mancheremo, ma ormai abbiamo capito che volersi bene va oltre quegli stupidi milioni di chilometri di oceani che ci separeranno.


A te, Alice,
il mio primo
Arrivederci!


ALICE PODNER GOES DOWN UNDER